lunedì 29 marzo 2010

Il Papa alla Protezione Civile: "volontari, un bene prezioso" - Cronaca di una bellissima esperienza

Ci troviamo alla fiera di Cremona a mezzanotte di venerdì 5 marzo. Siamo in diciannove, rappresentanti della Protezione Civile della Provincia di Cremona. Ci dividiamo sui mezzi che abbiamo a nostra disposizione. Tra i racconti dell'ultima emergenza sul Po per la fuoriuscita del petrolio nel Lambro ed i ricordi delle settimane passate a L'Aquila la notte e i chilometri sono trascorsi tranquillamente. Tra Bologna e Firenze incontriamo la neve ed il paesaggio è degno di un quadro di un grande pittore. In questo caso, essendo un quadro naturale, il pensiero corre a Dio ed a ciò che di grande ha fatto. Alle sei del mattino di sabato 6 marzo siamo a Roma. Parcheggiamo e ci incamminiamo verso piazza S. Pietro. Uno spettacolo! La piazza è deserta. Le colonne del Bernini sembrano aprirci le braccia per accoglierci. Pian piano la piazza si riempie di macchie gialle, blu, verdi, rosse ed arancioni. Ci si riconosce e ci si abbraccia. Si scherza, si ride e si cerca un bar per una calda e buona colazione perché fa un freddo cane.
Ci rifugiamo in San Pietro. Rimango ammutolito: non ricordavo la sua vastità; ricordavo la Pietà di Michelangelo in basso sulla destra... ora è in alto su di un altare con davanti un vetro antitutto. Per l'ignoranza di un individuo non è più possibile ammirare da vicino il viso sofferente di Cristo, la muscolatura delle braccia e delle gambe, i dettagli del costato che il grande Michelangelo ha saputo far risaltare nel marmo, insieme al bellissimo viso, giovane e addolorato, della Madonna. Ad ogni altare c'è una S. Messa in una lingua diversa. Poco più avanti c'è la cappella del Santissimo Sacramento. Ci fermiamo per un attimo di preghiera: un pensiero ai nostri cari, agli amici, agli ammalati, a tutti quelli che vivono tragedie più grandi di loro ed a tutti coloro che stanno peggio di noi. Ammiriamo il bellissimo baldacchino dell'altare sulla Tomba di San Pietro: ci riempiamo gli occhi di tutte queste magnifiche opere d'arte che rimarranno sempre impresse nell'anima.
Quando usciamo la piazza è colma di pullman provenienti da tutta Italia: è una vista magnifica. Ci incolonniamo per l'udienza con il Santo Padre. A gruppi passiamo attraverso i metaldetector e finalmente entriamo nell'aula Paolo VI. Immensa! Settemila volontari vocianti, sorridenti, che agitano le braccia quando si riconoscono. Sul palco il Cristo accogliente sembra allargare le braccia per stringerci tutti a Sé. Ad un lato c'è l'orchestra sinfonica, al centro la poltrona per il Papa, a sinistra le sedie per le autorità. Finalmente si inizia. La presentatrice, Paola Saluzzi, introduce un brano di Mozart eseguito dall'orchestra. Mentre le note riempiono la sala sui teleschermi giganti scorrono le drammatiche immagini di Haiti, del Cile, dello tsunami in Sri Lanka, il terremoto di S. Giuliano, la strage di Beslam che vengono commentate. Terminato il brano musicale un attore, Michele Placido, recita "Bambino", poesia di Alda Merini. Si susseguono vari "pezzi" musicali e l'attore recita il bellissimo "Prendi un sorriso" di Gandhi. Nel frattempo scorrono altri video sui vari interventi della Protezione Civile: la Giornata della Gioventù, l'addio a Papa Giovanni Paolo II, fino ad arrivare al terremoto in Abruzzo.
Inizia la preghiera: viene letto il salmo 13 ed il Cardinale Angelo Comastri presenta e commenta la pagina evangelica del "buon Samaritano", paragonando il gesto del protagonista della parabola con il nostro impegno di volontari che non ci limitiamo solo all'aiuto nel momento della tragedia ma proseguiamo nel tempo a sostenere chi ha bisogno di aiuto. Il Cardinale continua con una preghiera alla "Madonna della Protezione" scritta da Lui e dona un'icona raffigurante la Vergine Maria a braccia spalancate.
Intanto cresce l'attesa del Papa. Finalmente arriva, ed è un'ovazione unica. Migliaia di flash illuminano la sala. È fantastico! Questo “omino”, piccolo, vestito di bianco, circondato da "omoni" con gli auricolari che tengono lontano la folla e lui che si allunga per stringere mani ed accarezzare visi. Lui - e stupisce crederlo! - è il successore dell'apostolo Pietro, il Vicario di Cristo in terra, uno degli uomini più importanti del mondo e per noi cristiani il collegamento fra noi e Dio, punto di riferimento per tutta la Chiesa!
Qui comincia la parte seria della giornata. Sul palco ci sono Benedetto XVI, Guido Bertolaso, Gianni Letta in rappresentanza del governo e vari prelati. Bertolaso si avvicina ai microfoni. Da brivido! Settemila volontari ad applaudire al grido di "Guido, Guido". Un lunghissimo minuto di applausi, poi il discorso: i ringraziamenti, i ricordi, il commento al Vangelo ma soprattutto il nodo alla gola quando precisa che il fango gettato su di lui non deve intaccare il lavoro e tutto quello che di buono ha fatto e fa la Protezione Civile nei confronti delle popolazioni sventurate. Ci alziamo in piedi per applaudire e devo dire che "forse quelli che non sono nella Protezione Civile non lo possono capire" ma qualche occhio lucido c'è. Sono cose che ti riempiono di orgoglio e che ti fanno capire che sei stato e che sei utile a qualcuno. Viene ricordato che in Italia siamo un milione e trecentocinquantamila ma, soprattutto, il nostro "capo" evidenzia che il suo orgoglio è quello di essere riuscito ad amalgamare tanti gruppi e tante idee per un unico scopo: il bene per i miseri, per chi ha sofferto disgrazie, per i bisognosi e per la difesa naturale della nostra bella Italia.
Poi parla Sua Santità. Anche lui ringrazia per la nostra gratuità nel fare il bene. Ci sprona a proseguire, ad essere sempre più uniti ed a farci accompagnare dal Signore nelle nostre buone azioni. Si alza per applaudirci. Un gesto che a me personalmente ha molto emozionato: l'umiltà di un "grande piccolo uomo" che applaude me che nel mondo sono un piccolissimo nulla.
Ecco! È tutto finito! Siamo liberi. Andiamo a visitare le tombe dei Papi. Quattromila divise che "passetto dopo passetto" percorrono i corridoi dove tombe antiche ricordano i Papi dei tempi lontani e a volte bui della Chiesa, le tombe dei grandi Papi del passato, e poi le tombe che, con i miei settant'anni, mi ricordano "persone care": Pio XII, Papa Giovanni, Paolo VI, Giovanni Paolo I e il grande Papa Wojtyła. Una preghiera veloce perché la ressa spinge e fa accelerare.
Ritorniamo in piazza San Pietro. Attendiamo l'ora della S. Messa. Puntuali, alle cinque, i pochi rimasti, circa duemila, entrano in Basilica. All'altare della Cattedra di San Pietro il cardinale Comastri celebra la S. Messa: Una grande emozione ricevere l'Eucaristia sulla tomba di San Pietro.
È l'ora della partenza. Siamo tutti un po' stravolti ma soddisfatti come quando eravamo a L'Aquila a lavorare e ricostruire e, soprattutto, sempre sereni e con la voglia di scherzare. Un viaggio di ritorno tranquillo tra risate, sonnellini e cambi di guida. Saluti ed abbracci all'arrivo con l'augurio di vederci presto, possibilmente senza emergenze. Poi tutti a nanna.

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