domenica 20 dicembre 2009

La Penna 2009 e calendario 2010

Mentre in questi giorni collaboriamo con il Comune di Martignana di Po, che ci ha attivato nella mattinata di giovedì 17, per alleviare i disagi causati in paese dalla neve, pubblichiamo qui di seguito gli articoli del notiziario "La Penna", che quest'anno viene distribuito alle famiglie martignanesi assieme al tradizionale calendario e ad un inserto fotografico "Qualche foto dall'Abruzzo...", realizzato in collaborazione col Gruppo "Platina" di Piadena.
Un grazie a tutti gli sponsor, quest'anno ancor più numerosi... e a chi vorrà contribuire con un'offerta! Buone Feste a tutti!

venerdì 11 dicembre 2009

Noi ci siamo. E tu?

“Noi ci siamo”. Questo è il titolo del breve film-documentario sul lavoro svolto dai volontari lombardi in Abruzzo girato da Renzo Martinelli, il regista del famoso film sulla tragedia del Vajont. “Noi ci siamo. E tu?” È lo slogan che chiude lo spot televisivo e spicca, bianco su arancio, sulle locandine della Campagna Reclutamento – ad esser sinceri non ci piace quest'ultimo termine: è un po' troppo militaresco! – Volontari di Protezione Civile della Regione Lombardia. “E tu?” Una domanda che insistiamo nel rivolgere ancora una volta a tutta la cittadinanza ed in particolare a te che stai leggendo queste righe. Continua...
“Noi ci siamo. E tu?” La domanda che segue l'affermazione “noi ci siamo” la vogliamo gridare a gran voce; questo per affermare che “noi” non siamo un gruppo per pochi intimi o pochi eletti o addirittura un gruppo che non ha bisogno di nessuno... tutt'altro! Le porte de “Le Aquile” sono da sempre aperte a tutti, anche a te! Quest'anno vogliamo trasmettere in maniera particolarmente esplicita questo messaggio: ora più che mai abbiamo bisogno di forze nuove per poter proseguire le nostre attività con lo stesso livello di attenzione e qualità, livello che da sempre cerchiamo di mantenere alto.
Sappiamo bene che, anche se si è incuriositi o ispirati, non è poi così facile rispondere alla domanda, e cioè farsi forza, uscire di casa e andare a bussare alla porta per entrare a far parte di un gruppo tutto sommato affiatato e con un certo numero di anni di storia alle spalle. Se da un lato ci rendiamo conto che qualche inibizione può starci, dall'altro siamo però consapevoli che anche per chi pone la domanda possono esserci rischi – rischi che, evitando di porre la domanda, potrebbe anche non correre – e paure: di non apparire abbastanza aperti, di “turbare” con i nuovi ingressi gli equilibri del gruppo, di non saper cogliere e accogliere nuovi punti di vista e nuove idee, di deludere le aspettative...
La cosa certa è che assieme alla domanda dobbiamo trasmettere lo spirito che ci anima, gridando “noi ci siamo” senza scadere nell'autocelebrazione. Le testimonianze di alcuni volontari riportate nelle prossime pagine, assieme all'inserto fotografico allegato, non vogliono dire “quanto siamo stati bravi” in Abruzzo, ma piuttosto mostrare quanto lontano possano arrivare persone “normali”, speciali forse per le variegate e specifiche capacità che usano nella vita di tutti giorni e senza dubbio perché “con un cuore grande e tanta buona volontà”. Prima di partire per la significativa esperienza che si è poi rivelata non avremmo mai pensato di poter fare così tanto per questa grande emergenza. Invece, tredici persone – senza contare chi ha lavorato dietro alle quinte – della nostra Associazione hanno portato per una o più settimane un aiuto concreto nella piccola frazione di Monticchio. Si tratta forse di poca cosa se si dà un'occhiata ai numeri dell'emergenza, tuttavia siamo fieri di aver portato un po' di Martignana e di Casalasco nel cuore dell'Abruzzo!
Concludiamo ora con un invito preciso e concreto. Volutamente pubblichiamo, in fondo alla pagina, il calendario dei momenti di formazione-esercitazione in programma nel primo semestre del prossimo anno. Ogni ultimo sabato del mese ci troveremo per imparare qualcosa, la maggior parte delle volte in sede o in magazzino, e abbiamo pensato di estendere l'invito a tutte le persone interessate a scoprire qualcosa di più su di noi. Se pensi che la Protezione Civile non sia per tutti... possiamo aiutarti a capire quanto anche tu puoi dare alla Protezione Civile. Ora però sta a te provare a rispondere alla domanda. Ti aspettiamo!
Umberto Bresciani
LaPenna2009_1.pdf

giovedì 10 dicembre 2009

Giornate d'INCONTRO-FORMAZIONE-ESERCITAZIONE 2010

30 GENNAIO - 27 FEBBRAIO* - 27 MARZO**
24 APRILE - 29 MAGGIO - 26 GIUGNO
  • Gli incontri hanno come scopo quello di migliorare la preparazione dei volontari. La partecipazione è vivamente consigliata ai volontari di recente iscrizione.
  • Il programma dettagliato con orari, argomenti trattati e attività esercitative previste verrà esposto in bacheca e pubblicato sul nostro sito Internet www.leaquileogliopo.it almeno una settimana prima di ogni incontro.
  • Gli incontri sono aperti a tutti: chiunque fosse interessato a conoscerci meglio può partecipare, come osservatore, e approfittarne per avere tutte le informazioni che desidera sulle nostre attività, i nostri mezzi e le nostre attrezzature.
  • I volontari non iscritti alla nostra associazione ma interessati a partecipare sono pregati di contattarci almeno 5 giorni prima della data dell'incontro.
* Molto probabilmente il 26, 27 e 28 febbraio 2010 si terrà un'esercitazione di livello regionale su tutto il territorio che si concluderà con il raduno annuale del volontariato di Protezione Civile.
** Durante questo fine settimana si terrà la “Giornata Verde” 2010, l'ormai consueta iniziativa dedicata alla pulizia dei nostri argini e della nostra golena.

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mercoledì 9 dicembre 2009

Dal Palazzo Municipale...

Un saluto ed un augurio a tutti i volontari del gruppo “Le Aquile Oglio-Po”.
L'anno che sta finendo è stato un anno di grande impegno per voi, penso che si sia toccato l'apice del vostro impegno di volontari, purtroppo il terremoto in Abruzzo ha reso necessario l’intervento della Protezione Civile per soccorrere le popolazioni colpite dal sisma e la sezione di Martignana di Po si è contraddistinta in varie missioni. Vi rinnovo i complimenti ed il ringraziamento a nome di tutta la comunità, come già fatto in Consiglio Comunale.
L'Amministrazione che presiedo si è già resa disponibile per ulteriori esigenze logistiche-organizzative della sezione di Martignana di Po nei limiti delle nostre possibilità e lo sarà anche in futuro poiché ritengo che la vostra sezione ed il vostro impegno costante siano un patrimonio umano irrinunciabile.
Il Sindaco
Gozzi Dr. Alessandro
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martedì 8 dicembre 2009

Le attività del 2009

Eccoci a fare il resoconto di un altro anno che volge al termine. Riassiumiamo come sempre in una tabella gli interventi di Protezione Civile svolti nel corso dell'anno: corsi di formazione seguiti da alcuni volontari, esercitazioni, attività di sensibilizzazione con le scuole (quest'anno particolarmente numerose) ed attivazioni comunali o provinciali per allerte o emergenze.
Come è noto l'Associazione si è recata in Abruzzo a Monticchio, una delle frazioni de L'Aquila colpite dal sisma, per ben 5 volte, per un totale di 13 volontari coinvolti (qualcuno è sceso più volte) e 5 settimane di lavoro. Naturalmente non siamo stati gli unici volontari cremonesi ad intervenire: a partire dal mese di maggio la nostra Provincia ha dovuto garantire, ogni 4 settimane, una settimana di gestione del campo di “Monticchio 2”, uno dei campi allestiti dalla Regione Lombardia. Per fare questo una volta al mese una Colonna Mobile di mezzi e uomini appartenenti a diverse organizzazioni è partita da Cremona alla volta dell'Abruzzo. Continua...
Non compaiono nell'elenco sottostante le consuete attività di assistenza alle manifestazioni, come la sorveglianza notturna all'iniziativa “Un Po di Fiori” a Casalmaggiore, il supporto per la Fiera di San Serafino a Martignana, la sorveglianza notturna alla Fiera di San Carlo e l'assistenza durante alcune processioni religiose. Sembrerebbero attività “fuori tema”: non dimentichiamoci però che per il servizio da noi svolto per alcune di queste riceviamo in cambio delle offerte, indispensabili per coprire i costi ed effettuare investimenti per mezzi e attrezzature.
All'inizio dell'anno è terminato il trasloco verso la nuova sede messa a disposizione dal comune (l'abitazione che si trova tra la Cassa Padana ed il palazzo municipale), mentre alla fine dell'anno ci è stato assegnato, sempre dal comune, un nuovo locale da adibire a magazzino.

Principali esercitazioni, corsi di formazione, attività di sensibilizzazione e interventi di Protezione Civile del 2009
  1. Attivazione nel comune di Martignana di Po a seguito di nevicata
    Martignana di Po, 7 e 8 gennaio
  2. Incontro con i ragazzi delle scuole per il progetto “Scuola e volontariato” presso ITIS “Torriani”
    Cremona, 10 marzo
  3. “Giornata Verde 2009” – Pulizia argini e golena di Martignana di Po
    Martignana di Po, 22 marzo
  4. Corso sull'utilizzo di imbragature e corde per operare in emergenza – Lezioni teoriche
    San Giovanni in Croce, 30 marzo e 6 aprile
  5. Incontro con i ragazzi delle scuole per il progetto della Provincia di Cremona “Operazione sicurezza: a scuola con la Protezione Civile”
    Cremona, 6 aprile
  6. Emergenza Sisma Abruzzo – I Turno Provincia di Cremona – Campo “Monticchio 1”
    L'Aquila, 11-19 aprile
  7. Monitoraggio andamento piena del fiume Po
    Martignana di Po, 29 aprile – 2 maggio
  8. Corso di formazione “TOTS – Abruzzo Training On The Spot”
    Milano, 20 maggio
  9. Emergenza Sisma Abruzzo – III Turno Provincia di Cremona – Campo “Monticchio 2”
    L'Aquila, 22-30 maggio
  10. Esercitazione congiunta con Soccorso Cinofilo Parmense
    Viazzano di Varano de' Melegari, 24 maggio
  11. Esercitazione interna – Montaggio tendostruttura
    Casalmaggiore, 13 giugno
  12. Corso di formazione “TOTS – Abruzzo Training On The Spot”
    Milano, 17 giugno
  13. Emergenza Sisma Abruzzo – IV Turno Provincia di Cremona – Campo “Monticchio 2”
    L'Aquila, 20-27 giugno
  14. Emergenza Sisma Abruzzo – V Turno Provincia di Cremona – Campo “Monticchio 2”
    L'Aquila, 18-25 luglio
  15. Esercitazione interna – Montaggio tendostruttura
    Martignana di Po, 5 settembre
  16. Esercitazione interna – Montaggio tenda pneumatica
    Martignana di Po, 13 settembre
  17. Supporto logistico e servizio antincendio alla “Fiera di S. Serafino”
    Martignana di Po, 13 e 14 settembre
  18. Corso di formazione sul sistema regionale di Protezione Civile
    Montichiari, 10 ottobre
  19. Emergenza Sisma Abruzzo – VIII Turno Provincia di Cremona – Campo “Monticchio 2”
    L'Aquila, 10-17 ottobre
  20. Corso sull'utilizzo di imbragature e corde per operare in emergenza – Lezione pratica
    Isola Dovarese, 7 novembre
  21. Corso di formazione sull'utilizzo del nuovo Database del Volontariato regionale
    Soresina, 7 novembre
  22. Corso di management associativo
    Milano, 13-14 novembre
  23. Incontro con i ragazzi delle scuole per il progetto “Scuola e volontariato” presso ITIS “Torriani”
    Cremona, 21 novembre
  24. Attivazione per servizio logistico e di sensibilizzazione al “Salone dello Studente”
    Cremona, 26 novembre
  25. Intervento coi ragazzi all'assemblea d'istituto del Polo “Romani” di Casalmaggiore
    Casalmaggiore, 30 novembre
LaPenna2009_2.pdf

lunedì 7 dicembre 2009

Punto e a capo

Nel 2009 il settore cinofilo cambia responsabile: Paolo Azzali lascia il testimone a Simone Satto. Le attività di cinoterapia proseguono grazie alla disponibilità di alcuni volontari e le Unità Cinofile già operative confermano operatività e impegno a mantenersi in “allenamento” per operare in caso di emergenza.

Salve,
siamo Simone e Kathy.
Siamo iscritti a “Le Aquile” dal 2005, appassionati di cinofilia e interessati a lavorare con i cani. Nel corso del 2005 abbiamo intrapreso l’esperienza di ricerca persone disperse in superficie con i nostri cani, due meticci. Si trattava a quel tempo di un settore della Protezione Civile che nella nostra zona mancava, e il presidente trovò un campo di tutto rispetto che con l’aiuto dei logistici è stato poi recintato e reso il più possibile idoneo per questa attività e per quella di cinoterapia. Tutto è andato bene ed in breve tempo siamo diventati operativi. Continua...
Poi, man mano che i mesi passavano, abbiamo cominciato a guardarci attorno e abbiamo scoperto altri metodi di educazione dei cani. Per vari motivi abbiamo infine deciso di ritirarci come Unità Cinofile (ma non dal gruppo logistico) e ci siamo iscritti ad un corso per educatori cinofili. Lì ci hanno insegnato il linguaggio del cane, le sue esigenze, l’importanza del gioco e tantissime altre nozioni. Da qui ci siamo accorti ancora di più di quanto può essere bello e gratificante lavorare con i cani, rispettando i loro tempi e la loro natura, considerando ogni singolo cane un individuo a sé, diverso dagli altri anche se appartenente a stessa razza e cucciolata. Abbiamo successivamente frequentato altri corsi e stage di varia entità, cercando di allargare sempre più il nostro bagaglio di informazioni, collaborando e confrontandoci con esperti del settore da decenni.
Nel frattempo i cinofili andavano avanti nel loro lavoro, procedendo nel migliore dei modi, fino a quando nel giugno di quest'anno Paolo Azzali, l’addestratore che ha fatto nascere e crescere il gruppo cinofilo all'interno della nostra Associazione, decide di non proseguire più con le attività di addestramento. Il Consiglio Direttivo decide quindi, considerato il nostro percorso formativo, di affidarci la responsabilità dell'addestramento delle nuove Unità Cinofile. Dopo aver accettato molto volentieri questo incarico abbiamo valutato, assieme al Consiglio Direttivo, i cambiamenti ritenuti fondamentali per la buona riuscita di questa nuova avventura.
Nuova perché si sa che le cose col tempo cambiano, hanno una loro evoluzione, si cerca sempre di migliorarle. Solo per citare alcuni dei cambiamenti, ci sarà un nuovo regolamento al campo, più collaborazione con i volontari logistici e con gli istruttori, diversi livelli di preparazione dei cani per presentarsi al meglio all’esame U.C.I.S., nuove attività quali agility, obedience, rally-o, ecc..., oltre all’educazione e alle attività di ricerca persone disperse. Le attività appena citate sono numerose, ma permettono di instaurare un buon affiatamento tra il binomio uomo-cane, aumentando la capacità di gestire il cane nei comandi.
In caso di emergenza di fatto il cane svolge il ruolo del protagonista, deve essere fisicamente preparato a una lunga e faticosa sessione di lavoro, mentalmente sereno e aperto a ogni tipo di situazione che potrebbe incontrare. Deve inoltre avere la massima fiducia nel suo proprietario, sapere che non lo metterà mai in una situazione di grande stress o di pericolo e dovrà volare scodinzolando dal suo proprietario al suo primo richiamo.
Tutta l’educazione e le attività saranno basate sul gioco, non sarà naturalmente permessa alcuna forzatura e nessun metodo coercitivo, il cane si dovrà divertire con il suo proprietario e viceversa. Pensiamo che solo cosi si potrà costruire un solido binomio per le Unità Cinofile.
Chiunque possegga un cane sano e volesse unire l’utile al dilettevole, divertirsi con il proprio amico peloso può unirsi a noi: la porta è come sempre aperta a tutti!

Simone Satto e Kathy Brunoni

sabato 5 dicembre 2009

Terremoto

I terremoti (dal latino terrae motus), detti anche sismi o scosse telluriche (dal latino Tellus, la dea romana della Terra), sono movimenti improvvisi e rapidi della crosta terrestre provocati dalla liberazione di energia in un punto interno, detto ipocentro; di qui, una serie di onde elastiche, dette onde sismiche, si propagano in tutte le direzioni, anche all'interno della Terra stessa. Il luogo in corrispondenza della superficie terrestre posto sulla verticale dell'ipocentro si chiama epicentro ed è generalmente quello più interessato dal fenomeno. Fin qui la nozione tecnico-scientifica di quello che vuol dire terremoto; ma per i volontari che come me hanno partecipato ai soccorsi delle popolazioni colpite dal sisma in Abruzzo, terremoto vuol dire molto di più che un evento naturale della nostra terra. Continua...
Per me terremoto è stato soprattutto un insieme di lavoro organizzativo, emozioni, tempo sottratto al lavoro personale e alla mia famiglia, gratificazioni, nuove amicizie... in poche parole una forte esperienza della mia vita di volontario e di uomo.
Tecnicamente tutto avvenne alle 3.32 di quel maledetto 6 aprile, ma l'inizio del mio “terremoto” lo devo considerare verso il mezzogiorno dello stesso giorno, quando sono stato convocato nell'ufficio provinciale di Protezione Civile per valutare la situazione ed eventualmente coordinare il volontariato. La situazione è apparsa subito grave e, in accordo con Regione Lombardia, si è deciso di mandare un primo gruppo di volontari dal'11 al 19 aprile.
L'arrivo a “Monticchio 1”, campo sfollati di Regione Lombardia a cui eravamo stati destinati, è avvenuto dopo una notte insonne di viaggio verso quella terra, ma ciononostante la voglia di fare era per tutti così grande da mettersi subito al servizio di chi ci coordinava e al lavoro per completare il campo che, a pochissimi giorni dal sisma, devo dire che mi sembrava già efficientissimo.
L'incontro con la gente è stato umanamente toccante e psicologicamente devastante; continuavo a ripetermi: “ma questi in 30 secondi hanno perso tutto... tutto...”, e sinceramente, a differenza delle nostre emergenze sul Po, tutto mi sembrava impossibile.
Per questo e per lo spirito che ci anima ci siamo messi a disposizione senza mai sosta per cercare di dare conforto e una parvenza di normalità a questa gente: dai turni di controllo in carraia ai servizi ai bagni e a quelli al magazzino per smistare gli aiuti, dai turni notturni di sorveglianza alla preparazione delle tende che man mano arrivavano... Ma nella mia testa c'era, ridondante, questa parola: “Nulla. Dopo 30 secondi... nulla”.
Dopo una settimana siamo tornati stanchi ma consapevoli che molto c'era ancora da fare, e infatti i volontari della provincia di Cremona sono scesi altre 7 volte in Abruzzo per altrettante spedizioni, spedizioni delle quali 4 sono state da me seguite.
Dopo un turno di pausa sono stato rimandato in quella terra con 30 volontari, con il compito gravoso – ma di grande soddisfazione – di essere Capo Campo a “Monticchio 2”, un campo satellite di “Monticchio 1”. Il campo conteneva oltre 300 sfollati della frazione Monticchio de L'Aquila. Nel campo sono stati messi a disposizione della nostra Associazione materiali e mezzi che in questi anni sono stati acquistati con il lavoro dei volontari e con i contributi ricevuti da chi ci sostiene.
Questa è stata, per noi come per gli volontari cremonesi intervenuti, la nostra casa, il nostro campo, la nostra gente. Il mio compito, per rendere meglio l'idea, era paragonabile a quello di un sindaco di un piccolo paese, che ha il dovere di risolvere i bisogni degli ospiti, organizzare la macchina dei soccorsi, coordinare gli approvvigionamenti e gli aiuti, ma anche essere punto di riferimento per loro che vedevano in te un persona che poteva fornirgli tante risposte alla loro aspettativa di vivere e superare al meglio quei momenti e, soprattutto, di avere presto di nuovo un casa dove abitare.
Grazie ai bravissimi volontari che mi hanno seguito nei vari turni, volenterosi, disponibili e laboriosi, queste attività sono risultate sicuramente più agevoli ma, credetemi, il mio impegno era di 24 ore su 24. I rapporti umani instaurati in questi momenti sono un patrimonio emozionale che mi porterò per il resto della mia vita, consapevole che ho dovuto operare con persone che in 30 secondi non hanno avuto più nulla: nulla di materiale, nulla di tangibile come una casa propria dove vivere con la propria famiglia, ma soprattutto un nulla interiore riempito solo di paure per le continue scosse e da tanta incertezza per il proprio futuro.
Ma per molti credo che sia stata una svolta di vita, comprendendo che i veri valori su cui basare la propria esistenza non devono essere solo quelli materiali, ma anche quelli dei sentimenti, dell'aiuto reciproco, della condivisione del poco che si ha. L'egoismo in questi momenti non serviva a nessuno, nulla c'era da accaparrarsi prima degli altri. Solo la solidarietà poteva aiutare sfollati e soccorritori a vivere meglio questi momenti.
Penso che abbiate ora capito cosa intendevo per “il mio terremoto”: una grande esperienza “professionale” che mi ha dato la possibilità di mettere in pratica preparazione e insegnamenti che ho ricevuto in questi anni ma anche, e forse soprattutto, un'esperienza di vita che mi ha cambiato, accresciuto nelle mie convinzioni e che mi ha fatto conoscere persone eccezionali, sia tra i volontari sia fra i terremotati.
Ora torniamo alla nostra “quotidianità”, consapevoli che comunque, sempre ed ovunque, nella nostra famiglia come nella nostra comunità, qualcuno potrebbe avere bisogno del nostro aiuto, del nostro sorriso e di un nostro abbraccio. Noi che abbiamo scelto di essere volontari crediamo in questo.
Maurizio Stradiotti

Scrivere qualcosa su di un'esperienza così forte e carica di significati, sentimenti ed emozioni come quella vissuta in Abruzzo non è per niente facile. Ogni parola si utilizzi può suonare riduttiva per chi l'esperienza l'ha vissuta sulle proprie spalle o addirittura retorica per chi non ha avuto la “fortuna” di poter aiutare direttamente sul campo le persone coinvolte... per chiunque abbia avuto quest’onore il rivedere l'inserto fotografico che abbiamo realizzato si trasforma in una galleria di ricordi ancora vivi, il vedere in un servizio al telegiornale un mix di notizie assurde e scontate in rabbia e disappunto, il racconto dei volontari che tornano dalla settimana di lavoro al campo si tramuta nella condivisione di sentimenti comuni e nell'occasione per chiedere notizie sui residenti con cui hai legato di più, le parole scritte da Maurizio in brividi lungo la schiena.
Il nostro personale compito nei turni a “Monticchio 2” è stato quello di gestire la segreteria del campo di accoglienza. Segreteria che non è solo radio, telefono e computer per comunicare con le varie strutture connesse con i bisogni del campo e con il coordinamento dell'emergenza, ma che è un qualcosa di molto più complesso e per molti versi delicato. E se dobbiamo essere sinceri questo è stato una sorpresa anche per noi! Abbiamo imparato che la segreteria è il “cuore” del campo, un vero punto di riferimento e di ritrovo per i volontari e i residenti. Da questo gazebo posto all'ingresso del campo – che è stato, per chi come noi vi ha trascorso dentro intere giornate, una serra a giugno e una cella frigorifera nei mesi autunnali – si pianificavano i turni di lavoro e si organizzavano giorno per giorno le varie attività al campo, supportando il Capo Campo e i responsabili dei vari settori: comunicazioni ai residenti, logistica, cucina, carraia, pulizia, magazzini... Qui gli ospiti giungevano con le problematiche più varie: per informarsi sull'agibilità della propria abitazione, per segnalare lavori di manutenzione per la propria tenda o per il campo, per lamentarsi di qualche servizio mancante, qualche disservizio o “semplicemente” di dissapori con i vicini di tenda.
Alla fine di novembre tutti i campi sono stati chiusi e al termine di ogni esperienza viene naturale guardarsi indietro. Se ci voltiamo vediamo un gruppo che è cresciuto e si è unito ancora di più al suo interno e con gli altri gruppi con cui ha lavorato nel corso dei vari turni. Senza dubbio questa tragedia è stata un'esperienza importante e indelebile per moltissimi volontari. Prima di tutto dal punto di vista umano. Anche per chi era alla prima emergenza i turni settimanali volavano e si concludevano sempre col desiderio di poter tornare al più presto tra quella gente che in te aveva riposto fiducia, speranza, gratitudine. Dal punto di vista dello spirito di gruppo la convivenza forzata ha fatto conoscere meglio persone che prima si incontravano solo in giornata in occasione di esercitazioni o manifestazioni di Protezione Civile. Ha fatto crescere tutti caratterialmente, perché se lo stare per una settimana tra persone con caratteri, abitudini ed età diverse è difficile, è altrettanto doveroso non dimenticarsi di essere lì per lo stesso motivo e sforzarsi per trovare un punto di incontro.
Molti residenti sono stati di grande esempio per noi: con la loro forza nel ricominciare senza piangersi addosso, con la voglia di tornare alla normalità nonostante le scosse continue e incessanti, con la grande pazienza per incomprensioni e disagi dovuti al cambio turno dei volontari ogni fine settimana, con sorrisi e saluti cordiali a qualsiasi ora del giorno, con qualche lacrima alla partenza, con l'invidiabile dignità nei loro racconti.
Il sisma ha modificato tante cose. Ha distrutto case, ha reso incerto il futuro di molte persone, ha portato morte e dolore. Ha cambiato le persone che l'hanno subito in prima persona e chi, come noi, ha condiviso con loro questo momento come volontario.
Roberta Guerra e Umberto Bresciani
LaPenna2009_4_5.pdf

venerdì 4 dicembre 2009

Testimonianza di un terremotato

Mi sveglio di soprassalto, sono agitato, controllo la sveglietta sul comodino. Sono le 3.30 di lunedì 6 aprile. Inforco gli occhiali e cerco di leggere un po'. A un tratto la casa comincia a tremare. Siamo alle solite, una nuova scossa di terremoto... Sono due anni che andiamo avanti così.
Sento cadere degli oggetti in cucina, cade la lampada del comodino e si spegne la luce. Mi alzo e cerco di prendere i pantaloni. La poltroncina su cui sono appoggiati va a sbattere contro la parete. Le scosse sono sempre più forti. Mi precipito giù per le scale terrorizzato, come tocco l'ultimo gradino, la scala mi crolla dietro le spalle.
Infilo la porta d'ingresso che si è deformata e spalancata. Mi ritrovo in strada in mutande, maglietta e a piedi nudi. È buio pesto, c'è tanta polvere da togliermi il respiro, sta piovigginando e la terra continua a tremare. Si sentono urla, singhiozzi e richiami disperati. Continua...
Mi siedo su un pezzo di muro crollato. Sono scioccato, non so cosa fare. Ho un freddo cane, i piedi sono congelati. C'è gente che corre da tutte le parti. Una mano amica mi dà una coperta. Mi ci avvolgo dentro. Per la pioggia la polvere mi si è appiccicata ai capelli e al viso.
Guardo quella che era la mia casa. Non è rimasto più niente... Tra i buchi neri che si sono formati scorgo qualcosa di chiaro. O Signore! Il frigo nuovo che devo ancora finire di pagare. Al piano superiore vedo qualcosa brillare. Quello è il lampadario in cristallo di Boemia che ci ha regalato zia Maria per il matrimonio! La strada è distrutta. Sembra di assistere a quelle scene di guerra che fanno vedere in televisione. O Signore, il televisore al plasma che mi ha regalato mia figlia! E mia figlia, mio genero e le mie nipotine dove saranno?
La terra trema sempre più forte. Vedo un'ombra che entra nella mia casa. Un pensiero mi assale: “Ora mi rubano la catenina con la medaglietta della Cresima...” Una fiumana di gente corre verso la periferia. Mi unisco a loro. A piedi nudi non riesco a correre. Tra le macerie trovo un paio di ciabatte spaiate. Meglio di niente! Giunti in periferia ci fanno ammassare tutti in un capannone. Ci sediamo per terra, non abbiamo la forza di guardarci in faccia. Mi appoggio alle spalle di qualcuno per cercare un po' di calore. Si sentono bimbi che piangono, richiami ed imprecazioni. Eppure riesco ad assopirmi.
Qualcuno mi tocca una spalla. Apro gli occhi. Una mano mi tende un bicchiere di tè caldo. Lo prendo a due mani e lo stringo fino a scottarmi. Ne bevo un goccio, mi scotto la gola. Per la polvere il tè non vuole scendere. Mi metto il bicchiere tra i piedi. Oh! Che sollievo! Ci fanno alzare e così incolonnati usciamo. È già chiaro. Un mattino freddo e piovoso con una nebbia cattiva che ti penetra nelle ossa. Andiamo verso il campo sportivo e qui... il miracolo. I Volontari. Macchie gialle, blu, verdi, rosse che montano tende, approntano brandine e coperte, attaccano luci. Nella nebbia sembrano angeli che volano. Qui comincia la macchina burocratica. Il censimento. Una ragazza in divisa gialla e blu con due occhioni azzurri ed un bellissimo sorriso mi chiede nome, cognome, età, indirizzo, se coniugato. “No, sono vedovo. Mia moglie è morta un anno fa di un brutto male”. La ragazza mi rivolge uno sguardo comprensivo. Professione? “Pensionato”. Taglia degli abiti e numero di scarpe? Mi chiede poi se ho qualcosa da dichiarare. “Sì, sto cercando mia figlia, mio genero e le mie nipotine e poi... forse... forse mi hanno rubato la catenina con la medaglietta della Cresima”. Occhioni azzurri mi sorride e mi allunga un cartellino e mi dice: “Signor...” – guarda il cartellino – “Signor Ernesto, lo tenga sempre con sé e bene in vista!” Prendo il cartellino e leggo: “Monticchio 2, campo sportivo, tenda numero 3”.
Entro nella tenda, ci sono altre tre persone. Ci presentiamo. Uno mi sembra di conoscerlo per averlo visto al bar sotto casa. Siamo tutti straniti. Mi siedo sulla mia brandina. Mi sento sporco. So che non riuscirò a dormire. Come mi sdraio e mi copro con la coperta sento gli occhi che mi si chiudono. L'u1timo pensiero prima di addormentarmi è per la mia catenina, poi piombo in un sonno agitato e pieno di incubi. Non so quanto dormo.
Mi sveglio, sono tutto indolenzito. Vicino alla brandina ci sono degli indumenti, un paio di scarpe, un asciugamano ed una saponetta. Esco. Percorro la strada tra le tende per andare a fare una doccia. Tutti i volontari mi salutano e mi sorridono. C'è una cucina da campo, le docce, i bagni, la mensa, un tendone adibito a scuola, un posto medico d'emergenza con 10 posti letto, altre 6 tende per 40 letti. Il reparto di terapia intensiva, vari laboratori e le ambulanze. Infine una tenda adibita a chiesa. Questo è il mio primo giorno da terremotato.
Sono passati alcuni giorni ed ho perso la cognizione del tempo. Non so da quanti giorni sono qui. Il campo è sempre migliorato. Ci sono le vie, la piazza, le aiuole fiorite. Stiamo tornando a sperare, anche se la terra continua a tremare. Un mattino presto mi sento chiamare: “Signor Ernesto, ho una sorpresa per lei”. Apro la tenda ed una morettina tutta curve e sorridente mi mostra una catenina con una medaglietta. La guardo. “Ricordo della cresima, 31 maggio 1947”. Mi salgono le lacrime agli occhi. La morettina mi dice: “Hanno trovato il ladro, e quando ha confessato, abbiamo capito dove aveva preso la catenina”.
“Signor Ernesto, ho un'altra sorpresa per lei”. Guardi in fondo alla via! Mi giro e vedo le mie nipotine corrermi incontro gridando: “Nonno, nonno”! Alzo lo sguardo e vedo mia figlia con suo marito. Allargo le braccia per accoglierli. Vorrei avere braccia lunghissime per poter abbracciare tutti. Nipoti, figlia, genero e tutti i volontari. E mentre scoppio in un pianto liberatorio grido: “Grazie Signore per aver mandato i tuoi angeli”! Gli angeli dei terremotati.
Ragazzi, questa è una bella favola a lieto fine ma la realtà è molto più brutta e tragica. 297 morti, migliaia di senza tetto e tanta gente senza posto di lavoro. Queste persone hanno bisogno del vostro aiuto. Da parte dei bambini tante preghiere e da parte dei vostri genitori un aiuto più concreto. Noi volontari saremo sempre pronti a portare questi aiuti e tutto il conforto possibile.
Mariano Marcheselli
LaPenna2009_6.pdf

giovedì 3 dicembre 2009

Carità, cioè servizio... Verità, cioè autenticità

Essere invitato da chi redige questi fogli ad esprimere un pensiero più o meno natalizio è faccenda sempre gradita ma, anno dopo anno, anche un po’ imbarazzante, perché sempre più a rischio di formalismo, di banalità e di complimentosità (mi si perdoni il neologismo: all’occorrenza posso spiegarne il significato che gli attribuisco) varie, più o meno barocche... (...ovviamente sto parlando dello scrivente!): considerazioni quasi spazzate via dalla permanente convinzione che anche un gesto di ospitalità “giornalistica” diventa segno di amicizia e di disponibilità alla collaborazione, ingredienti quanto mai necessari – e oggi, purtroppo, rari – in qualsiasi tipo di convivenza civile. Continua...Per non impantanarmi in queste “banalità” (...così potrebbe reputarle qualcuno!), approfitto dell’occasione per condividere con chi già non si è stancato di leggere fin qui alcuni significativi pensieri raccolti dal terzo paragrafo della CARITAS IN VERITATE, lettera enciclica di Benedetto XVI, pubblicata il 29 giugno scorso.
“Solo nella verità la carità risplende e può essere autenticamente vissuta. La verità è luce che dà senso e valore alla carità. Questa luce è, a un tempo, quella della ragione e della fede, attraverso cui l'intelligenza perviene alla verità naturale e soprannaturale della carità: ne coglie il significato di donazione, di accoglienza e di comunione. Senza verità, la carità scivola nel sentimentalismo. L'amore diventa un guscio vuoto, da riempire arbitrariamente. È il fatale rischio dell'amore in una cultura senza verità. Esso è preda delle emozioni e delle opinioni contingenti dei soggetti, una parola abusata e distorta, fino a significare il contrario. La verità libera la carità dalle strettoie di un emotivismo che la priva di contenuti relazionali e sociali, e di un fideismo che la priva di respiro umano ed universale...”
Si tratta di espressioni decisamente solenni (per lo meno nel linguaggio) e apparentemente un po’ lontane da noi, ma, se si presta attenzione, molto meno distanti di quanto si pensi: basta accorgersi che la “carità” e il suo sinonimo “amore”, possono tradursi o declinarsi nell’“attenzione agli altri” che, a sua volta, si può concretizzare oltre che in mille altre modalità anche in quella, pure estremamente variegata, del volontariato.
A sua volta anche la “verità” può esprimersi nell’autenticità. Magari il sentimentalismo, di cui sopra si parla, può apparirci qualcosa di lontano dal nostro vivere quotidiano, ma, a volte, l’eccessiva o esclusiva attenzione “a quello che ci sentiamo dentro” – il Papa parla di “emotivismo” – diventa la regola del vivere e dell’agire e quindi l’ostacolo più grande alla convivenza e al dialogo: quante persone vedono “ostacoli”, “avversari” o “nemici” dappertutto e, in realtà, le difficoltà se le portano dentro di loro: siamo nell’epoca delle comunicazioni sempre più facili e, molto spesso, viviamo la sofferenza dell’incomunicabilità, incolpando questo o quello, perdendo di vista l’autenticità delle situazioni, recuperabile attraverso la sincerità del dialogo.
Ci fermiamo qui, anche se il discorso potrebbe farsi molto lungo e articolato, ma non è lo scopo di queste righe, che potrebbero anche solo servire a far nascere in qualcuno la voglia di andare a leggersi tutto il documento di Benedetto XVI.
“Siamo andati un po’ troppo nel complicato e nel difficile”, si potrebbe pensare: me ne scuso; trovo però divertente che venga in mente un’enciclica guardando delle persone che, in un fine settimana dei primi di dicembre, invece che dedicarsi ai propri impegni o ai propri comodi, si mettono ad armeggiare sopra la testa di chi transita in via Libertà per attaccare le luminarie natalizie: non è deformazione professionale pretesca ma la convinzione che verità e carità o attenzione agli altri e autenticità che dir si voglia, o passano attraverso la concretezza di chi vede un servizio da fare alla comunità e, senza tante storie, – e senza guadagnarci personalmente nulla! – si rende disponibile o sono, al massimo... una bella favola di Natale (quello sdolcinato, però!)... Grazie, ragazzi! E auguri davvero!

mercoledì 2 dicembre 2009

Progetti per il 2010

All'inizio dell'anno movimenteremo parte delle nostre attrezzature nel nuovo locale che l'Amministrazione Comunale ci ha recentemente concesso come estensione dell'attuale magazzino, ormai decisamente saturo.
Non appena Regione Lombardia e Ufficio Protezione Civile della Provincia di Cremona comunicheranno disponibilità e schema di assegnazione dei mezzi e delle attrezzature per la nuova Colonna Mobile Provinciale, ci organizzeremo opportunamente per le nuove risorse. Sempre con Regione e Provincia dovremo riprendere con la strutturazione della costituenda CMP, discorso rimasto in sospeso nel 2009 a causa dell'Emergenza Abruzzo.
Quanto prima procederemo con l'acquisto di un nuovo furgone usato, dal momento che le condizioni del nostro furgone Ford con cassone non sono più ottimali, e i costi di manutenzione stanno diventando sempre più onerosi.

LaPenna2009_8.pdf