lunedì 23 luglio 2007

Raduno Nazionale del Volontariato "Valtellina 2007"

Mi appresto a scrivere il resoconto della giornata di domenica 22 luglio. Giornata splendida nella quale noi “aquile” siamo state invitate a Morbegno per il raduno nazionale delle associazioni di Protezione Civile in ricordo dei vent'anni della tragedia della Valtellina. Una giornata serena, tutti allegri nelle nostre belle divise... ma non riesco a cominciare. Lo schermo della tv mi rimanda le tragiche immagini degli incendi in Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna, Abruzzo, Umbria, Toscana e Liguria. Un pilota del Canadair della Protezione Civile è morto in Abruzzo, due civili sono morti tra le fiamme, gente terrorizzata in fuga e alla ricerca dei propri cari, proteste su proteste contro gli aiuti che non arrivano mai, e tutto questo per quattro criminali (non piromani) che sono dei poveri malati, che appiccano il fuoco volontariamente per fare del male all'Italia e agli italiani. Non sono parole mie, sono parole di Bertolaso. Ecco, questo è il mio stato d'animo mentre comincio a scrivere. Triste, deluso ed impotente. Quindi vi chiedo scusa se sarò conciso e non ironico come mio solito.
Il ritrovo è a Cremona alle 5,30. Qui troviamo i vari gruppi di Piadena, Torricella, Motta, Ostiano ed altri che non conosco. Tutti in pantaloni gialli e polo blu. Baci e abbracci. Ricordiamo la ricerca del disperso e la sua tragica fine. Siamo circa in sessanta. Si parte. Le prime due ore le trascorriamo sonnecchiando, facendo i vari appelli e scherzando fra noi. Verso le 8 siamo nei pressi di Lecco e tutti si svegliano. Alcuni di noi rimembrano i tempi della scuola: “quel ramo del lago di Como”, la stradina dove i Bravi hanno fermato Don Abbondio per dire “questo matrimonio non s'ha da fare”, i ruderi del castello dell'Innominato. Tutti a fare sfoggio della nostra cultura. Vediamo il Resegone, le Grigne, il Mottarone, bellissime insenature e paesini che sembrano dipinti.
Alle 8,30 arriviamo a Morbegno. Una marea di giallo e blu. Ci mettiamo in fila per fare colazione. Briochina e te, caffè o caffelatte. Qualcuno ne approfitta per fare due giri. Ci dividiamo per province e restiamo in attesa. Il gruppo dei bersaglieri di Morbegno ci allieta con qualche marcetta e canzone militare e le ragazze ne approfittano per farsi regalare una piuma del cappello. Finalmente, dopo due ore sotto un sole che spacca i sassi, ci intruppano e cominciamo la sfilata che tra le vie del paese ci porterà al Polo Fieristico dove si terranno i discorsi delle autorità. Siamo sommersi di applausi da parte della cittadinanza e dei turisti presenti. Vediamo arrivare l'elicottero di Bertolaso. Poi su un palco allestito in una piazzetta le autorità ci attendono con lo speaker che presenta ogni provincia: quando finalmente annuncia la Provincia di Cremona Bertolaso si stringe le mani e le alza verso di noi. È certo una piccola cosa, ma ti fa dimenticare la stanchezza e le ore di attesa.
Arriviamo al palazzo dei congressi. Un salone immenso. Millecinquecento divise gialle, blu, arancioni, Croci di Malta, Vigili del Fuoco, Croce Rossa. È presente la televisione e le autorità sono già sul palco. Su di uno schermo alle loro spalle scorrono le immagini della tragedia della Valtellina e gli aiuti dei volontari. Persone normali sporche di fango, cani da ricerca, scavatori, autopompe e tante tante macerie... e come tutti ben sappiamo fu colpa dell'uomo e della sua avidità. I bersaglieri suonano l'Inno di Mameli. Ci alziamo tutti in piedi. È un momento di forte emozione: io ho quasi settant'anni ma mi vengono ancora i lucciconi agli occhi quando sento “Fratelli d'Italia” e mi piacerebbe che anche i nostri giovani si emozionassero sentendo il nostro inno.
Cominciano a parlare le autorità: sindaco, assessori, dirigenti di Protezione Civile presenti vent'anni fa alla tragedia in Valtellina. Ringraziamenti e plauso per tutti noi ed un ricordo ai morti di tutte le catastrofi. Poi prende la parola Bertolaso, e dopo i ringraziamenti si toglie qualche sassolino dalle scarpe tuonando contro i governi e le amministrazioni presenti e passati. Ha ricordato lo scandalo delle assoluzioni per la morte dei bambini di una scuola ma soprattutto ha tenuto a precisare che non sono solo calamità naturali come alluvioni, terremoti e incendi ad uccidere ma quasi sempre c'entra anche l'incuria, l'avidità e la grande stupidità dell'uomo. Un applauso scrosciante è sorto spontaneo. Ci ha ringraziato per quello che facciamo e per tutte le esercitazioni alle quali partecipiamo, spronandoci a non mollare.
I bersaglieri hanno suonato una famosa marcia tra gli applausi e poi tutti a mangiare. Anche qui, una macchina organizzativa pazzesca. In un'ora abbiamo mangiato tutti e millecinquecento. Alle 14,30 dopo i saluti siamo risaliti con le varie associazioni sui nostri pullman. Alle 18 eravamo già a Martignana. Baci e abbracci e arrivederci alla prossima.
Mariano Marcheselli

Nessun commento: