sabato 25 luglio 2009

Emergenza Abruzzo - Report 24 luglio

Siamo qui da ormai quasi una settimana e ci prepariamo al ritorno: domani ripartiremo per lasciare il posto a un gruppo di Milano. Come è facile intuire l’afa si fa sentire e mette a dura prova sia i residenti, sia noi. Per fortuna nel nostro campo i climatizzatori funzionano e nelle tende non ci sono gravi disagi. Poi, è ovvio, una tenda non è una casa e non potrà mai esserlo.
Cosa si fa? di tutto. Principalmente stiamo apportando migliorie a strutture che comunque sono piuttosto ben attrezzate e garantiamo interventi di manutenzione, inevitabilmente necessari dopo due mesi di utilizzo e di permanenza, media, di 270 sfollati.
Cosa è cambiato rispetto a un mese fa? L’emergenza, quella da affrontare sul campo dopo il terremoto, è conclusa. Adesso si deve pensare alla gente, a quello di cui hanno bisogno. Poi è cambiato anche il modo di vivere il campo: prima, tutti rimanevano giorno e notte. Ora, durante il giorno, molti lasciano la tendopoli perché hanno ricominciato a lavorare. Se ne vanno tentando di ritrovare la loro normalità e di riallacciare i rapporti di parentela e di amicizia: significa, per esempio, poter andare a pranzo da un fratello che ha avuto la casa risparmiata oppure a cena da un amico che ha l’abitazione agibile. Così capita che su 270 ospiti, ai pasti ne rimangano 170, 180.
Maurizio Stradiotti

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