martedì 11 dicembre 2012

È stare insieme

Se dovessi dare un titolo al calendario di quest'anno ci darei proprio questo: “È stare insieme”. Con la “è” maiuscola. Tra l'altro penso sia anche il messaggio che Roby e Ale avessero in mente di trasmettere quando hanno iniziato a pensare alle simpatiche foto da scattare, tutti insieme, per il calendario.
“Ogni volta torni più ricco di prima, ogni volta è diverso, ma stavolta è stato davvero particolare...” Scrive Stefano su Facebook al ritorno dal primo turno di servizio a San Giacomo delle Segnate. “Grazie a Maria e Fausto, con cui mi e ci siamo trovati subito in massima sintonia, pur nella criticità del momento. Grazie ad Elena, Alberto, Lucia, il Signor Sindaco e gli altri per la preziosa e fondamentale collaborazione. Grazie a Manolo e alla sua squadra della cucina, anche se le rotelle tra un po' gliele tiravo dietro!!! Grazie a Sandro, Moreno, Carlotta, Irene e tutto lo staff Anpas: per la vostra disponibilità e la pazienza dimostrata! Ma un grazie soprattutto alle persone splendide del mio gruppo: lavorare con voi, anche per 14-15 ore al giorno, è stato davvero un piacere e un'esperienza che scopro ogni volta unica nel suo genere!” Rubo e riporto con piacere –  ed emozione – queste parole che, oltre a riportare una testimonianza della bellezza dell'aiutare insieme, rendono meno impersonale il resoconto dell'esperienza in terra mantovana.
Ogni volta che le rileggo mi viene la pelle d'oca. Le parole mi emozionano come penso emozionino chi ha vissuto, da volontario, esperienze simili. Molti dei nomi menzionati solo una settimana prima erano nuovi per chi è partito con me e Stefano così come lo sono ora per te che stai leggendo. È questo il punto di forza, il sentirsi a casa nonostante da un giorno con l'altro ci si ritrovi in un contesto tutt'altro che ordinario. È sì avere vicino e operare con volontari del proprio gruppo, ma è anche essere in sintonia in un lampo con volti nuovi. Quello che emoziona è proprio la forza che accomuna e unisce le azioni di questi volti, volti di volontari e di professionisti che in quel momento non badano a loghi e colori delle divise.
È stare insieme alle persone che si stanno aiutando, mentre si cerca di risolvere piccole o grandi esigenze concrete, ma anche per due chiacchiere dopo un pasto. Talvolta emergono domande incredule. “Ma davvero non vi conoscevate prima?” “Ma come fate a tenervi e a tenerci su, anche con un sorriso, nonostante lo stress che state vivendo?”
Stare insieme è anche la vicinanza di chi suo malgrado non è partito ma è ugualmente lì con te. Con un abbraccio prima della partenza o una telefonata durante l'emergenza. È essere al fianco e stemperare la paura di chi è alla prima esperienza, sapendo che è inutile spiegare a parole come si sentirà al rientro perché lo proverà di lì a poco. Una settimana di turno vola.
È stare insieme nei servizi sul territorio, nelle attività in sede, durante le esercitazioni – e non mi stancherò mai di ripetere che, per quanto possano sembrare dispersive e poco “realistiche”, sono un momento importante per conoscersi e confrontarsi – e i corsi di formazione, nelle varie occasioni di ritrovo.
Penso sia proprio questa la marcia in più che deve avere il volontariato, quella marcia che va ingranata sempre e che permette di superare le piccolezze che troviamo in mezzo alla strada... è ciò che differenzia la professionalità a cui puntiamo ma che non vogliamo rimanga fine a se stessa. È ciò che occorre non perdere di vista anche se presi da mille impegni.
È stare insieme come ci ha insegnato per anni l'aquilotto che ha spiccato il suo volo più alto due anni fa. E come amava spesso concludere il nostro caro amico... “Anche questo è Protezione Civile «Le Aquile» di Martignana”.
Umberto Bresciani

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