mercoledì 11 dicembre 2002

Basta un'ala per volare

Riflessioni di Mariano
Sono di guardia all’auditorium S.Croce di Casalmaggiore per la mostra fotografica “Basta un’ala per Volare”, sullo sport dei disabili. Tutto è iniziato il primo maggio, quando l’Associazione Volontari di Protezione Civile “Le Aquile Oglio-Po”, di cui faccio parte, è stata incaricata di ricevere agli aeroporti di Milano e Bologna gli atleti disabili che hanno partecipato ai Campionati Italiani Assoluti di Tennis Tavolo che si sono svolti a San Polo di Torrile. Divisi in gruppi li abbiamo sistemati nei vari hotel, abbiamo cercato di esaudire tutti i loro desideri ed anche sopportare alcuni loro capricci.
Ho assistito alle gare: atleti con le gambe paralizzate o addirittura privi di esse, seduti nelle loro carrozzelle, concentrati nelle astuzie del gioco ed infine l’urlo liberatorio nel momento della vittoria. Atleti senza un braccio, con le mani rattrappite, una gamba posticcia… impressionante.
Arriva un’auto sportiva, lucida, grintosa; ne scende un ragazzo di vent’anni senza gambe, prende la sua carrozzina e va verso il campo di gioco sorridendo a tutti quelli che incontra.
Il nostro gruppo seguiva gli atleti provenienti da Palermo, Marsala, Mazara del Vallo, Agrigento. Ragazzi spiritosi e sempre pronti a prendersi in giro. Una bella ragazza con i capelli lunghi e un volto carino ha accettato di fare una fotografia con me.
Domenica, al termine delle gare, abbiamo riportato gli atleti agli aeroporti.
La mostra di Casalmaggiore è proseguita. Ci sostituiamo nei turni di sorveglianza; il lunedì è il mio turno, alle nove e un quarto apro i locali e mi siedo al tavolo leggendo il giornale; mi cade l’occhio sulla foto di un atleta ai blocchi di partenza: le gambe gli terminano al ginocchio, poi ci sono due protesi avvitate con due bulloni che terminano con delle scarpette… impressionante.
Riprendo a leggere. Nel salone vicino una tromba suona un’aria della Tosca; è struggente e rilassante.
Rialzo gli occhi, mi appare l’immagine di un atleta in piedi con una gamba sola e la protesi appoggiata a terra… sconvolgente. Una ragazza cieca che corre con il proprio cane guida, un atleta con il casco su di una carrozzina a tre ruote per le alte velocità, una bella ragazza in piscina che nuota, priva delle gambe… …sconvolgente.
Due squadre di pallavolo sedute per terra perché tutti gli atleti sono paralizzati dalla vita in giù, un nuotatore senza braccia che si aggiusta gli occhialini con il piede e poi si tuffa in un volo plastico. Bellissimo a vedersi, e qui capisco però che ciò che vedo non è per niente sconvolgente o impressionante. Ora riesco a vedere la volontà e la grinta, la voglia di vincere, ma soprattutto la voglia di vivere di questi atleti.
Vado a guardare il registro dei visitatori della mostra. Conto i nomi: settanta visitatori in una settimana. Questo è sconvolgente. Leggo i nomi: Silvia, Paola, Francesca, Maurizio, Mariano… Ma questi siamo noi!!! Beh, tutto fa numero; leggo le frasi scritte dai visitatori: “Ho capito che la voglia di vivere supera ogni barriera”, “È facile piagnucolare quando si sta bene, il difficile è sorridere quando si sta male”, “Perché non farne un libro?” …sì, per settanta persone?!?
Scendo a fumarmi una sigaretta. Passa un anziano con il nipotino, non dà nemmeno un’occhiata ai cartelloni. Passano due belle ragazze in bicicletta, sorridono ma oggi non vedono nulla. Sulle panchine della bellissima piazza di Casalmaggiore giovani mamme e babysitter perdono l’occasione per far vedere ai loro piccoli quanto sono fortunati; passa un ragazzo con la Gazzetta dello Sport, non dà uno sguardo ai tabelloni.
Risalgo, riguardo il registro. Mi aspetto di vedere scritto “I ragazzi della V C”, “la terza elementare di…”, “Liceo di…”, ecc. Niente… …questo è sconvolgente.
Un’occasione mancata per questi ragazzi per conoscere il dolore, la speranza, la volontà, la gioia di vivere di queste persone e l’insegnamento che possiamo da loro ricevere per il nostro futuro. Che occasione mancata per gli insegnanti per spiegare ai ragazzi che la vita non è soltanto voglie e capricci ma che si può e si deve tendere sempre la mano a chi sta peggio di noi.
Professor Carlo Stassano, pura energia in movimento, uomo senza il cellulare, novello Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento di questa società abulica ed indifferente, non ti arrendere mai; nel nostro piccolo noi associati de “Le Aquile”, sacrificando il nostro tempo libero e profondendo tutte le nostre energie aiuteremo sempre persone di così alti valori morali.
Mariano Marcheselli

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