venerdì 12 dicembre 2003

Il Progetto Romania

Negli ultimissimi anni ’90 un gruppo di giovani di un Oratorio di Cremona aderisce alla proposta di “dare una mano” ad una parrocchia cattolica della Romania (nazione cristiana prevalentemente di confessione ortodossa): concretamente, si tratta di andare a Ploiesti – città di circa 250.000 abitanti a 50 Km da Bucarest – ad organizzare l’animazione per bambini e ragazzi – per capirci, si tratta del Grest – ma anche per fare in modo che i giovani amici rumeni si lascino contagiare da quell’insieme di esperienze che noi riassumiamo nel termine “Oratorio”.
Bisogna dire che, un po’ alla volta, le cose si mettono meglio del previsto perché i giovani italiani scoprono che il banalissimo Oratorio non è poi così banalissimo per la crescita delle persone, ma anche perché si accorgono che estate (e inverno) dopo estate e viaggio dopo viaggio, nascono e si consolidano delle amicizie, si condividono esperienze diverse, si crea un reciproco scambio italo/rumeno utile e costruttivo.
E così superiamo la soglia del terzo millennio, quando accadono due episodi che ci fanno capire il perché di tutta questa premessa.
Il primo episodio è il degno proseguimento della storia precedente ed è molto semplice: la parrocchia di Ploiesti vuole costruire un Oratorio! Finora, infatti, le attività venivano ospitate in luoghi di fortuna; ora ci si rende conto che è giunto il momento per avere un ambiente adatto, che può diventare punto di riferimento non solo per i ragazzi e i giovani della parrocchia cattolica (che è unica in tutta la città e conta circa 1500 componenti), ma per tante altre persone – famiglie, adulti, anziani, cattolici e non – rispondendo così ad una forte esigenza sociale.
Chiunque capisce al volo, senza tanti preamboli, che la prima enorme difficoltà è quella finanziaria.
Ma qui inseriamo il secondo episodio, apparentemente senza un enorme collegamento logico con tutta la vicenda: nell’ottobre 2002 il prete dell’Oratorio di cui si diceva all’inizio è trasferito come parroco a Martignana, e, sebbene intimidito e frastornato da tante novità, non riesce e non vuole dimenticare del tutto le faccende rumene.
Quello che dopo è accaduto è cosa nota: ci riferiamo all’estrazione dei biglietti della lotteria di domenica 7 settembre u.s. ma, soprattutto – e questo è l’aspetto meno vistoso ma, come spesso accade, più importante –, ci riferiamo alla risposta cordiale e disponibile di un gruppo di “Aquile” che non si sono tirate indietro di fronte alla possibilità di esprimere un gesto di solidarietà di cui hanno colto l’importanza e si sono date da fare in modo preciso, veloce ed efficiente.
Forse, l’organizzazione di una lotteria è stato un intervento insolito per le “Aquile”, ma credo che, visto lo scopo, anche questa “operazione” si inserisca a pieno titolo tra le “emergenze” a cui il gruppo è abituato.
Magari qualcuno si sarebbe aspettato di fare qualcosa di più concreto e – perché no? – più impegnativo e pesante per la Romania: ritengo, invece, un segno di vivacità e intelligenza da parte del gruppo l’essere stato capace di “salire su un treno già in corsa” non con la smania di fare quello che sembra più congeniale, ma col desiderio di capire la necessità più urgente adeguandosi poi al servizio: e la raccolta fondi – per la quale la lotteria ha reso circa 18.000 € – quest’anno è stata ed è ancora sicuramente urgentissima.
Adesso l’avventura non è ancora finita: lo sanno bene le “Aquile” che, senza nessun rumore, hanno recuperato vecchi caloriferi per l’Oratorio di Ploiesti; e poi, ce ne sarà ancora, per chi ne avrà voglia!
Mi sembra giusto e bello ringraziare le persone che anche questa volta alle chiacchiere hanno preferito l’impegno concreto ricordandoci che quando si vuole – e quindi si sa collaborare – si riescono a fare davvero tante cose…
Allora… alla prossima!!!
Don Luigi

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