martedì 9 dicembre 2003

Una tranquilla serata di sorveglianza a Ragazzola

Era impegnato tutto il gruppo. Siamo arrivati a Ragazzola verso le cinque del pomeriggio. Un grande cascinale. Nell’aia erano sistemati lunghi tavoli con panche, una pista da ballo ed un palco per l’orchestra. Sulla sinistra sotto una barchessa dei pentoloni di olio per lo gnocco fritto, affettatrici per i salumi e casse di vino (benedette) e bibite.
I locali delle vecchie stalle ed i fienili erano adibiti a mostra per sculture avveniristiche e quadri astratti. Nostro primo compito era quello di delimitare il parcheggio in un campo esterno. Armati di paletti, nastro bianco e rosso e martelli abbiamo delimitato il parcheggio. All’imbrunire incominciano ad arrivare le vetture. Ci siamo divisi i compiti. Alcuni di noi sono rimasti al parcheggio a sistemare le macchine. Le nostre meravigliose ragazze si sono sistemate presso la biglietteria a curare i furbi. Altri a due a due facevano la ronda nei locali della mostra degli orrori per controllare che nessuno combinasse guai. Noi al parcheggio con le pile illuminavamo gli automobilisti quando scendevano dalle vetture, indugiando ogni tanto sulle gambe delle belle donne (ebbene sì, abbiamo visto anche qualche mutandina).
Le nostre ricetrasmittenti gracchiavano in continuazione… Più che altro per frasi scherzose. Ad un certo punto… “Emergenza, una vettura si è insabbiata in riva al Po. Ho bisogno di quattro di voi.” Siamo partiti col gippone del nostro presidente Maurizio Stradiotti. Buio pesto, una stradina in mezzo ai pioppi. Arriviamo e vediamo una vettura insabbiata fino al cofano. Sono quattro giovani bresciani che sono venuti a pescare, ma l’alluvione del Po del 2000 ha cambiato la fisionomia della costa. Ci mettiamo di buona lena a braccia e con le pale, ma niente, più toglievamo sabbia, più la vettura si insabbiava. Abbiamo allora provato a tirarla con una fune legata al gippone ma rischiava d’insabbiarsi anche lui. Ci voleva un trattore! Risaliamo in macchina ed andiamo a cercare il mezzo adatto. Arrivati all’ingresso della stradina che conduce alla Tenuta “Le Giare” (la cascina in qui vi era la festa) un automobilista ci ferma e ci dice che c’è un uomo sdraiato nel fosso che costeggia la strada. Scendiamo, solleviamo l’uomo e lo adagiamo sul ciglio della strada. Non sembra avere niente di rotto. È un indiano ubriaco fradicio.
Qui il nostro capo ha dato prova di esperienza ed abilità. Con calma ha interrogato l’indiano, prima in italiano e poi in inglese, ricevendo come risposta solo dei mugolii incomprensibili. Quando l’indiano cercava di sedersi, lui lo spingeva giù. Gli abbiamo proposto di fargli la respirazione bocca a bocca, ma chissà perché non ha accettato. Col cellulare abbiamo chiamato un’ambulanza. Dopo dieci minuti sono arrivate prima una macchina della polizia e poi l’ambulanza. I poliziotti hanno chiesto le generalità ma l’uomo non ha risposto. Poco dopo è arrivato il fratello, che preoccupato lo cercava. Le prime parole che ha detto sono state: “aveva due milioni in tasca, il suo stipendio”. Ho detto allora ai due poliziotti di controllare perché non volevamo responsabilità. Ci han risposto di andare tranquilli che ci avrebbero pensato loro.
Siamo tornati ai nostri compiti. Maurizio è andato a recuperare un trattore. Una parentesi cattiva (il proprietario non lo spostava per meno di centomila Lire, e pensare che quell’uomo era un volontario di Protezione Civile). Comunque tutto è bene quel che finisce bene. Ci siamo poi divisi, chi al parcheggio e chi di ronda alla mostra.
La serata era al culmine, la pista da ballo era al completo, la cantante gorgheggiava ed ai tavoli ci si abbuffava di gnocco fritto e salumi. Ad un tratto i radiotelefoni si mettono a gracchiare. “Emergenza! È saltato il generatore delle luci nel parcheggio. Tutto il gruppo con le pile sul posto.” Ci siamo divisi in gruppetti. La gente cominciava ad andare a casa. Nel buio più pesto si cominciava la ricerca delle vetture. “Cercate una Golf blu targata… ” “È qui, trovata!” “Una Thema grigia, non ricordo la targa.” “Qui ce n’è una blu: provi le chiavi!” “Sì, è questa. O bella! Ero convinto fosse grigia…” E via di questo passo. Guarda caso quando la vettura era di qualche bella ragazza c’erano otto o dieci pile puntate nello stesso punto!!! Finalmente all’una e mezza abbiamo mandato tutti a casa.
Stressati e stanchi ma soddisfatti ci siamo finalmente seduti a tavola anche noi. Uno gnocco fritto, tre fette di coppa cotta, due (bugia, quattro) bicchieri di vino. Quattro complimenti alle ragazzine che servivano e poi tutti a nanna. Anche questo è “Protezione Civile Aquile Oglio-Po di Martignana”.
Mariano Marcheselli

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