giovedì 8 dicembre 2005

Voglia di acqua fresca...

La fontana di Viale Pertini a Martignana di Po

Auguri con qualche considerazione…
Con una felicissima espressione, papa Giovanni XXIII, parlando della Parrocchia, la definiva “la fontana del villaggio”: mi sembra che sia una immagine adatta a descrivere anche un paese, al di là di ogni aspetto confessionale: non ho competenze sociologiche e tanto meno urbanistiche, ma non mi piace pensare a un paese come ad un agglomerato di case che per motivi contingenti si trovano addossate l’una all’altra con inseriti al proprio interno alcuni servizi: la scuola, il comune, la posta, il medico, la chiesa, ecc…
Preferisco pensare ad un paese come ad una comunità di persone, con le loro età, le loro storie, le loro esperienze, le loro potenzialità e le loro esigenze ma, soprattutto, accomunate dal desiderio di condividere qualcosa!
Non è una comunità l’ammasso degli studenti o dei pendolari che al mattino riempiono un vagone del treno o del metrò!!! E allora non si può parlare di una comunità come di un “ammasso” di persone!
Non sarebbe bello pensare al nostro paese come ad una fontana “un po’ speciale” nella quale ognuno fa confluire l’acqua fresca della sua intelligenza e creatività così che tutti poi si possano dissetare e quindi crescere?
Se l’immagine ci va bene, è bello constatare che “la fontana” di Martignana può godere di molte sorgenti interessanti: sono arrivate ad abitare tante nuove famiglie, siamo sollecitati ad aprirci al mondo grazie alla massiccia presenza (circa il 10% su tutta la popolazione) di persone che vengono da altre nazioni, abbiamo un’abbondante percentuale di giovani, godiamo di tante associazioni e gruppi ricchi di esperienza e/o di intraprendenza…
Ma l’acqua, per essere utile e salutare, deve scorrere!!! Al di fuori dell’immagine, un paese diventa ricco (umanamente, che è l’aspetto più importante!) e vivace se ognuno, singolo e gruppo, dà quello che ha, si mette in gioco, senza paure, senza gelosie, senza antagonismi! Una sorgente vive se sbocca nel fiume: diversamente ristagna! E, a sua volta, un fiume se non è alimentato dalla sorgente va in secca! Facciamoci andare bene l’immagine che più ci piace tra la fontana o il fiume, ma mettiamoci in gioco: stare alla finestra non serve a niente! È tipico dei pettegoli!
E poi, l’acqua non va mai “all’indietro”: non si vive di passato, di nostalgie, di rimpianti o di ricriminazioni: si diventa patetici, ci si paralizza e si invecchia prima del tempo!
Certamente alcune condizioni sono indispensabili perché un paese diventi una “fontana vivace” e ne citiamo solo due: il rispetto e la disponibilità: collaborare o entrare in rete, come è di moda dire oggi, non significa diventare sudditi di chi decide di comandare a tutti i costi, né omologarsi e neppure controllarsi a vicenda per scoprire chi fa di più e chi fa di meno o, al contrario, per la paura di essere scavalcati: significa, piuttosto, riconoscere a ciascuno il proprio ruolo e la propria identità, come persona e come gruppo, accogliendo quanto offre e supplendo dove si colgono delle carenze: non è questo il volontariato? (Escludo a priori un’idea di volontariato come impegno per occupare il tempo libero solo perché tutto questo mi gratifica fin quando mi passa la voglia o non ci sono più i miei amici…!!!). Collaborare non fa rima con dialogare?
Non voglio cedere alla deformazione professionale di stufare con una predica: ho solo colto la gradita occasione di fare qualche considerazione da cittadino “assetato” dell’acqua fresca della creatività, dell’intraprendenza e del coraggio: vogliamo parlarne? Molto volentieri! Un grazie di cuore ai carissimi amici delle Aquile per questa opportunità, oltre che per la loro caparbietà nell’impegno di garantire alla comunità una “protezione civile” sempre più adeguata e auguri sinceri a tutti!
Don Luigi

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