martedì 13 dicembre 2011

Tanto tuonò che piovve!

...Scomodiamo Socrate per annunciare che dopo anni di rinvii, la Colonna Mobile della Provincia di Cremona e nello specifico “Le Aquile” di Martignana hanno avuto in assegnazione la tanto agognata, attesa e aggiungerei indispensabile cucina da campo.
Ah si!?!? ...cosa c'è di speciale in questa notizia? Una cucina per la Protezione civile? Perché?
Rispondiamo ad alcune  domande che chi non è addentro alle cose di Protezione Civile potrebbe porsi...
Ma in cosa consiste questa cucina da campo? È un modulo (un piccolo container) carrellato (trasportabile su un carrello tipo roulotte) su cui opereranno gli addetti alla cucina e contenente tutte le attrezzature che servono a cucinare, lavorare e conservare i pasti per i volontari della Colonna Mobile Provinciale (circa 50/60 volontari). 
Perché questa struttura è così indispensabile? È indispensabile in quanto i volontari di Colonna Mobile, in caso di prima emergenza, devono essere totalmente autosufficienti e per installare il proprio campo non devono aver bisogno di appoggiarsi ad altre realtà locali. Il che vuol dire essere immediatamente operativi sull'emergenza con la consapevolezza che dopo una dura giornata di lavoro, al ritorno al campo un pasto caldo è assicurato (e credeteci... non è poco!)
Si possono preparare solo 60 pasti alla volta o se ne possono preparare anche di più? La cucina è strutturata per la preparazione dei pasti suddetti, integrando però alcune attrezzature, espandendo tramite gazebo mobili l'area di preparazione e con un menu che sfrutti al massimo le attrezzature presenti nel modulo, in teoria non c'è nessuna limitazione del numero di pasti. Il tutto però deve essere studiato e pianificato attentamente a tavolino in precedenza.
Ma in cosa consistono le attrezzature presenti sul modulo? Il modulo è fornito di una piccola cella frigorifera, un due fuochi, due cuocipasta, un forno a convenzione a sei teglie, una cappa di aspirazione, un lavello, uno scaldabagno, suppellettili e piani vari... e per la gioia degli addetti alla cucina un condizionatore ed una piccola veranda esterna (come potete immaginare in estate il microclima che si forma all'interno di un container con accesi dei fuochi è tutto meno che salubre).
Ma come è alimentata? Funziona con bombole di gas GPL, deve essere attaccata ad un generatore di corrente e collegata con allacci e scarichi per l'acqua. 
Tolte di mezzo spero buona parte delle curiosità sul come, passiamo brevemente al chi. La cucina come detto è stata affidata alla nostra associazione in quanto è quella che ha tra le proprie fila addetti che sono in grado di farla funzionare al meglio, in possesso di un'adeguata preparazione sia professionale che normativa. Eh si... perché la nostra cucina dal punto di vista legislativo è parificata alla cucina di un qualsiasi locale, quindi gli operatori, oltre ad essere dei cuochi provetti, devono essere formati su tutto quello che prevede la legge riguardo acquisizione, lavorazione e conservazione dei cibi.
Una prima esperienza sul campo c'è già stata. Ai primi di novembre c'è stata un'esercitazione provinciale a Rivolta d'Adda durata tre giorni, dove i nostri operatori hanno potuto sperimentare l'effettiva praticità della cucina. La prova è stata particolarmente severa in quanto le condizioni climatiche avverse hanno reso il tutto molto reale. I pasti erogati sono stati mediamente intorno ai 100 a servizio, con punte di 140. Inutile dire che nonostante alcuni piccoli ed ovvi inconvenienti del lavorare in una struttura nuova, la tre giorni è stata un successo sia dal punto di vista nostro (come esperienza acquisita), sia dai riscontri da parte dei volontari delle varie associazioni, sotto forma di complimenti per il lavoro svolto.
In conclusione, il modulo cucina è una grande opportunità, ma anche una grossa responsabilità, ci pone in una posizione tale che solo chi lo ha provato sa cosa vuole dire e chi non lo ha provato può solo immaginarlo; cioè, dopo ore passate sotto l'acqua o sotto un sole cocente con intorno a te persone sconvolte dalla perdita di cose materiali o purtroppo anche peggio, il volontario che ritorna al campo oltre che al riposo fisico ha un assoluto bisogno di un sostentamento che in qualche maniera lo gratifichi e gli permetta di “staccare” da tutto quello che ha visto o provato durante il proprio lavoro.
La nostra funzione è quindi sì, “ricaricare” il corpo con del cibo, ma riteniamo soprattutto che debba essere la qualità dello stesso, il servizio che gli offriamo, la cordialità e la professionalità con cui ci proponiamo un'occasione per farlo risentire a casa anche solo per un'ora e quindi permettergli di ricaricare il corpo, ma sopratutto la mente. Credeteci è FONDAMENTALE!
Giorgio Della Noce

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