martedì 7 dicembre 2004

Avevo una specie di vita

Le nostre aquilotte
Avevo una specie di vita. Il mio mondo si riduceva ad alzarmi, fare qualche lavoretto in casa, andare al bar a bere un bianchino. Pranzo, sonnellino, ancora al bar. Alla sera la cena, la televisione e poi a nanna. Così per tutti i giorni della mia vita di pensionato. Poi ho scoperto la comunità: l’oratorio con i suoi magnifici giovani; la Pro Loco, pur lasciando perdere tutte le piccolezze che l’hanno fatta sciogliere e sperando si ricostruisca presto: mi piacevano molto le sue manifestazioni, sempre fatte in armonia e tra tante risate. Poi, ho scoperto la Protezione Civile “Le Aquile” con tutti i suoi interventi.
Nel 2000 l’alluvione del Po. Questo grande fiume che con il suo su e giù, a mo’ di respiro, ci ha terrorizzato, ma ha anche permesso di creare un gruppo sempre più numeroso ed unito. Le varie esperienze agli “Special Olympics”, gare sportive per disabili, dove impari veramente cosa è la sofferenza e la grande voglia di vivere. Non mi dilungo per non entrare nella retorica, ma spero che molti giovani entrino nella nostra associazione per capire che la vita di tutti i giorni non è sempre (e per tutti) tutta rose e fiori.
Il lago effimero
Ragazzi e ragazze che hanno partecipato a corsi di primo soccorso: come comportarsi di fronte a un ferito, come rianimare un intossicato dal fumo. Poi ancora corsi ed esercitazioni, come l’ultima a Carrara, durante la quale è stata simulata un’emergenza provocata dall’esondazione di un torrente. La soddisfazione delle onorificenze sia da Carrara che da Pozzuoli, dove c’è la sede nazionale de “Le Aquile”. E poi le esperienze di qualche anno fa a Macugnaga con il grande lavoro al “Lago Effimero”, che a voi può non dire niente, ma che ai nostri che c’erano ha dato grosse emozioni. Immaginate una parete di ghiaccio con l’acqua che si scioglie, sparisce nel nulla tra le pareti di roccia e non si sa bene dove stia andando a finire! Un lago che si riempie e quella grande macchina che è la Protezione Civile cerca di svuotarlo per non mettere in pericolo le popolazioni a valle qualora esondasse.
Le amicizie ed il cameratismo con altri gruppi di Protezione Civile. Le prove per il rischio sismico a Soresina: montaggio di 2 tende 9×6 con telo interno e luci in un’ora e mezza! Alla fine tutti assieme le smontavamo con gli altri a guardare, ed alla fine applaudire! Io avevo le lacrime agli occhi. Preparazione di sacchetti con panini, acqua e frutta per 300 persone. La raccolta dei rifiuti sul Po a Stagno Lombardo con volontari di altre associazioni: un centinaio di sacchi 2 ore.
Tutto ciò ci ha permesso di ottenere dalla Provincia, e da altri Enti e privati, sovvenzioni con le quali abbiamo acquistato il Defender e “l’Effimera”, vetture che amiamo particolarmente perché seppur piene di difetti ci portano sempre a destinazione… Ora abbiamo anche un camioncino per trasportare il materiale, la barca a motore, i generatori, le tende, le divise, gli stivali, i cappellini in pile, i borsoni…
Ecco, qui vorrei aprire una parentesi. Non abbiamo bisogno solo delle sovvenzioni sociali e governative. Abbiamo bisogno dell’aiuto, sì monetario, ma anche e soprattutto manuale dei martignanesi e di tutti coloro che vogliono unirsi e collaborare con noi. Braccia che aiutino a sistemare il magazzino, mani, ma soprattutto teste che ci aiutino a proseguire nelle nostre attività. Sorrisi, di cui abbiamo bisogno quando affrontiamo le nostre fatiche. Vorremmo che anche voi con noi vi trovaste pronti per ogni evenienza. Dalle notti di sorveglianza a Leno o a Casalmaggiore (per mettere da parte qualche soldino in più!) alle notti insonni nelle emergenze. Queste “Le Aquile Oglio-Po” oggi.
Ora passiamo ai piccoli problemi esistenziali da risolvere per ricompattare il gruppo. Penso che se ognuno, come mi sembra abbia detto Qualcuno più in alto di noi, guardasse la trave che ha nell’occhio invece della pagliuzza nell’occhio dell’altro, saprebbe perdonare come ci ha insegnato sempre quel Qualcuno più in alto di noi. Potremmo, ora che abbiamo una sede adeguata con magazzino e appartamento, riprendere l’attività con allegria e spirito di sacrificio, così come abbiamo fatto in questi anni.
Mi rivolgo di nuovo a voi martignanesi: cerchiamo di far qualcosa per la comunità e per tutti coloro che hanno bisogno della nostra disponibilità e, perché no, ci diamo da fare per portare in alto il nome di Martignana, ma abbiamo bisogno anche del vostro aiuto!
Un augurio a tutti di buone feste e che l’anno nuovo vi sia propizio.
Mariano Marcheselli
LaPenna2004_7.pdf

Nessun commento: