sabato 11 dicembre 2004

Esperienze di formazione

25 settembre, ore 6 – ritrovo in sede di tutti i volontari impegnati nell’Esercitazione “Carrara 1 anno dopo”. Borsoni, gambali, caschi e molto altro materiale sul furgone e un sacco di entusiasmo per un’esperienza per alcuni del tutto nuova. Era infatti la prima volta che partecipavamo ad una esercitazione di più giorni, partivamo un po’ preoccupate e sicuramente emozionate, ma con la consapevolezza di avere un’occasione importante per imparare qualcosa di utile per scenari di emergenza che, non essendo ricorrenti nel nostro territorio, ci erano sconosciuti.
Arrivati a Carrara, il campo base allestito dai volontari della V.A.B., nostri istruttori per l’occasione, è stato il punto di ritrovo per le diverse associazioni di Protezione Civile. Recupero di un ferito in un fiume, sgombero di una cantina allagata, ricerca notturna di dispersi nei boschi, spegnimento di un incendio, sono state alcune delle attività che abbiamo “vissuto” con i volontari della V.A.B., e senza dubbio non da spettatrici! Una delle cose che più ci ha sorpreso è che, dopo averci insegnato a usare il naspo, hanno mandato anche noi in mezzo alle sterpaglie a spegnere il fuoco! Mai avremmo pensato di riuscire a mettere in moto una pompa idraulica, oppure di ritrovare di notte un disperso tra le montagne, camminando nel buio tra acqua e fango.
È stata un’esperienza veramente positiva, che ci ha dato modo di rivalutare il ruolo che possiamo avere in una Associazione di Protezione Civile; ci siamo rese conto che non servono solo i muscoli e che anche il nostro contributo è prezioso: basta aver voglia di imparare, ma soprattutto essere entusiasti e credere in quello che si fa per dare il meglio di sé. E in tema di “carica” i ragazzi della V.A.B. sono stati davvero maestri: professionali nel momento in cui si trattava di coordinare le varie squadre, mai stanchi quando ci si trovava a cena e sempre attenti a coinvolgerci, anche tra una simulazione e l’altra.
Quanto è importante essere un gruppo affiatato: aiuta negli imprevisti da affrontare durante un intervento, sprona quando viene spontaneo chiedersi “perché lo faccio?” Ed è così difficile riuscire a sentirsi davvero uniti pur avendo gli stessi obiettivi! A Carrara, per due giorni, in mezzo a gruppi e volti nuovi, ci siamo sentite parte integrante di un gruppo veramente speciale.
Paola e Pierangela
LaPenna2004_3.pdf

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